Sono sempre stato attratto dalla luna. Oddio, sempre, diciamo da quando avevo all’incirca 11 anni.
Rimane comunque la cosa che ammiro da più tempo…dopo mio padre ovviamente.
Forse questa mia ammirazione è dovuta al mistero, oppure banalmente ad una storiella che un giovane ragazzo messicano mi raccontò lungo il tragitto che ci conduceva alla piramide di Chichén Itzà e che mai mi sarei dimenticato. Ero piuttosto curioso, già a quell’età.
Ora, ogni volta che alzo gli occhi, in serate limpide come questa, la riporto alla mente.
La leggenda narra che quando la Terra era ancora al buio, gli dèi accesero un enorme falò e decisero che il Dio che si fosse gettato nel fuoco sarebbe diventato il Sole. Si presentarono allora due candidati, il primo era grande, forte, bello e ricco, vestiva abiti lussuosi e offriva oro e gioielli ai suoi compagni; il secondo, invece, era piccolo, debole, brutto e povero, la sua pelle era coperta di piaghe e indossava i suoi abiti da lavoro. Poiché il secondo era molto povero, l’unico dono che poteva fare era la sua bontà.
Quando giunse il momento di gettarsi nel fuoco, il primo ebbe paura e corse via, mentre il secondo che era molto più coraggioso, saltò sopra il falò e venne trasformato nel Sole. Il primo, vedendolo trasformarsi nel Sole, provò vergogna e si gettò dietro di lui.
Apparve così nel cielo un secondo Sole. Gli altri dèi convenirono che non potevano esserci due Soli in cielo, così presero un coniglio e lo lanciarono con forza contro il secondo Sole. La sua luminosità diminuì lentamente e piano piano divenne Luna.
Per questo motivo, se si guarda bene da vicino, durante le notti di Luna piena, si può ancora vedere la figura di un coniglio accovacciato sul volto della Luna.
Ecco, forse il fatto che riesco ancora a vedere quel coniglio nella Luna, mi ricorda che sono ancora in grado di sognare, come quel bambino curioso che girava il mondo!